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Negli anni Ottanta del secolo scorso a Pontecagnano furono rinvenute alcune tombe dipinte in una delle sue necropoli ellenistiche. Le tombe, del tipo a camera e a cassa con tracce di pittura o con decorazioni a carattere ornamentale, erano quasi tutte provviste di corredo. All’inizio degli anni Novanta, si colloca il rinvenimento di un’ulteriore tomba.
Pontecagnano è un antico centro etrusco di frontiera, situato ad est del fiume Picentino. Il sito è frequentato sin dall’Età del Rame e in età preistorica è abitato dalle popolazioni della cultura del Gaudo. Tra il IX e l’VIII secolo a.C. il centro presenta caratteri della cultura villanoviana a cui risalgono molte iscrizioni e reperti. Nel IV secolo a.C. entra in contatto con alcune popolazioni limitrofe e si registrano le prime fasi del processo di sannitizzazione: si continua a seppellire nelle stesse necropoli in uso fin dall’Orientalizzante, a volte obliterando le tombe dell’età precedente. Nel 268 a.C. Pontecagnano viene dedotta dai Romani a colonia latina con il nome di Picentia ed è posta sotto il pieno controllo di Roma, con la quale entrerà più volte in conflitto in seguito all’arrivo di Annibale in Italia.
Le prime tombe dipinte, risalenti alla prima metà del IV secolo a.C., si trovano in una parte della necropoli occidentale in uso già dal VII secolo e utilizzano tombe a cassa. Altre tombe, risalenti invece alla seconda metà del IV secolo a.C., sono state ritrovate in un’area marginale mai utilizzata in precedenza per scopi funerari che si caratterizza per una disposizione disordinata e priva di pianificazione interna, facendo pensare all’arrivo o alla formazione di un gruppo distinto dalla compagine urbana. L’adozione delle decorazioni pittoriche all’interno delle tombe sembra quindi un mezzo che i nuovi gruppi utilizzano per allinearsi all’élite originaria in base ad un modello di omologazione comune. I caratteri della pittura confermano gli stretti rapporti tra il centro campano e la vicina Paestum, soprattutto a livello di produzione artigianale.
A differenza di altri centri campani, le tombe dipinte di Pontecagnano (le tombe 3711, 4437, 4453 e 6214) presentano per lo più decorazioni architettoniche su strati di intonaco bianco, palmette rosse tra girali, sistemi di bende alternate a corone di colore rosso inquadrate tra fasce dipinte e cornici aggettanti sagomate a toro e dipinte ad elementi triangolari. In due tombe la decorazione comprende scene con animali fantastici, in particolare coppie di animali in lotta, come grifi affrontati o grifi contro pantere. L’origine del tema sembra risalire a esperienze figurative provenienti dall’Oriente, trovando confronti diretti anche con alcune tombe pestane e con documenti di pittura ellenistica, quale la tomba François di Vulci.
In anni più recenti l’esplorazione archeologica si è spostata in via Raffaello Sanzio in occasione della costruzione di nuovi fabbricati, portando alla luce un ampio settore di necropoli, le cui attestazioni più antiche risalgono all’inizio del IV secolo a.C. In questa zona il rito prevalente è quello dell’inumazione e le tombe si dispongono senza sovrapposizioni o interferenze ad eccezione del settore orientale. L’interno della tomba a camera 9890 presentava tre letti funebri e aveva le pareti intonacate e dipinte, le pareti laterali decorate con velari in rosso e in nero e sormontate da un motivo ad onde in rosso. La parete di fronte all’ingresso presenta una scena con al centro due personaggi affrontati posti di tre quarti, uno maschile a sinistra, l’altro femminile a destra. Dietro la donna un’altra figura femminile più piccola, probabilmente un’ancella, che avanza verso la donna con un ombrellino parasole; dietro la figura maschile invece è rappresentato un altro uomo, anch’egli di dimensioni minori. Peculiari sono gli abbigliamenti delle figure e il piano su cui poggiano è reso con una fascia ondulata nera, lasciando ipotizzare che l’ambientazione della scena sia da collocare nell’Ade.
Progetto: ARCCA - ARchitettura della Conoscenza CAmpana - ECOSISTEMA DIGITALE PER LA CULTURA