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Corporazioni religiose soppresse

Corporazioni religiose soppresse

Estremi cronologici: 1231 - 1809

Consistenza: 6798

Prodotto da:

Conservato da: Archivio di Stato di Napoli

Livello di descrizione: volumi

Questo grande e prezioso complesso documentario è costituito dagli archivi delle corporazioni religiose soppresse in diversi momenti a partire dal 1799 e fino al 1867. Le soppressioni costituirono l'espediente con cui i vari governi cercarono di far fronte alle difficoltà finanziarie dello Stato. I principali provvedimenti, che riguardarono numerosi monasteri e conventi, sono quelli del 1799, degli anni 1807 e 1809 e degli anni 1866-1867. Caduta la Repubblica napoletana e restaurata la monarchia borbonica, Ferdinando IV, con dispacci del 12 e del 20 luglio 1799, soppresse i monasteri di Monteoliveto, S. Severino e Sossio, S. Giovanni a Carbonara, S. Pietro a Maiella, S. Gaudioso e S. Martino, destinandone i beni così incamerati in parte a coloro che erano stati danneggiati durante il periodo repubblicano e in parte ad altre necessità. Durante il decennio francese, con la legge del 13 febbraio 1807 "per la soppressione degli ordini religiosi delle regole di S. Bernardo e di S. Benedetto e loro affiliazioni", furono soppressi in tutto il regno le corporazioni monastiche appartenenti a quegli ordini, fra cui i Cassinesi, gli Olivetani, i Celestini, i Verginiani, i Certosini, i Camaldolesi, i Cistercensi e i Bernardoni. I beni incamerati furono quindi trasferiti al demanio.