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11 NOVEMBRE 2021

LAVORI IN CORSO

Studio per attore cum figuris – Natale in casa Cupiello in streaming

UN PROGETTO A CURA DI INTERNO 5 E TEATRI ASSOCIATI DI NAPOLI
IDEAZIONE VINCENZO AMBROSINO E LUCA SACCOIA
REGIA LELLO SERAO
CON LUCA SACCOIA
E CON LA PARTECIPAZIONE DEGLI ALLIEVI DEL LABORATORIO SALVATORE BERTONE, SIMONE DI MEGLIO, LORENZO FERRARA, FRANCESCO FESTA, OUSSAMA LARDJANI
SPAZIO SCENICO, MASCHERE E PUPAZZI TIZIANO FARIO
COSTUMI FEDERICA DEL GAUDIO

LABORATORIO DI FIGURA A CURA DI IRENE VECCHIA
REALIZZAZIONE SCENE IVAN BORRELLI
LUCI E FONICA MATTIA SANTANGELO
RIPRESE VIDEO FRANCESCO MUCCI E ANDREA SAVOIA
MONTAGGIO FRANCESCO MUCCI
MUSICHE LUCA TOLLER
POSTPRODUZIONE IL GRIGIO PRODUCTION
DIRETTORE DI PRODUZIONE HILENIA DE FALCO
PRODUZIONE, ORGANIZZAZIONE E DISTRIBUZIONE TEATRI ASSOCIATI DI NAPOLI
SI RINGRAZIANO REGIONE CAMPANIA, ASSESSORATO ALLA CULTURA DEL COMUNE DI NAPOLI, FONDAZIONE EDUARDO DE FILIPPO

IN STREAMING ON DEMAND A PARTIRE DALL’11 NOVEMBRE ALLE ORE 18 SULL’ECOSISTEMA DIGITALE PER LA CULTURA DELLA REGIONE CAMPANIA

Lavori in corso – studio per attore cum figuris – Natale in casa Cupuello è un taccuino di appunti per una futura messinscena, un docufilm che racconta la genesi del progetto e le fasi di preparazione ed elaborazione della creazione.
Abbiamo approfittato di questo periodo lungo e atipico fornito dalla pandemia per approfondire ipotesi e suggestioni ed avviare un laboratorio per manovratori di figure animate diretto da Irene Vecchia e rivolto ai ragazzi del quartiere. Si è lavorato sulla costruzione di maschere e pupazzi, sui costumi e sulle scene, abbiamo fatto ipotesi e le abbiamo rovesciate come calzini e ora siamo pronti ad assemblare le parti e a mettere in scena il testo di Eduardo.
La genesi di questo progetto è stata lunga e contrappuntata da ritardi e continue modifiche, potremmo dire che è una caratteristica di questo testo avendo subito, anche da parte del suo autore, cambiamenti che si sono succeduti dalla prima edizione del ‘31 fino alla definitiva consacrazione in forma compiuta degli anni ’70.
Il progetto nasce da un’idea di Luca Saccoia e Vincenzo Ambrosino che ha preso corpo dall’incontro con il sottoscritto e lo scenografo Tiziano Fario.
Il presepe è l’orizzonte dentro cui si muove tutta l’opera sia in senso reale che metaforico ed è l’elemento necessario a Luca Cupiello per sperare in una umanità rinnovata e senza conflitti, ma è anche la rappresentazione della nascita e della morte, è il tempo del passaggio dal vecchio al nuovo, è la miscela tra passato e presente, è una iconografia consolidata e al tempo stesso da destrutturare di continuo. Il Presepe si rifà ogni anno, è ciclico come le stagioni, può piacere e non piacere.
E’ proprio da questa ultima affermazione che siamo partiti:cosa è diventato quel Tommasino, “Nennillo”, così come lo appella la madre, considerandolo un eterno bambino? Come si è trasformato dopo quel fatidico “si” sul letto di morte del padre? A queste risposte abbiamo provato a dare corpo immaginando che Tommasino abbia pronunciato quel “si” convinto e che, da allora in poi, dovesse esserci un cambiamento, pensando che non fosse solo un modo di accontentare il padre morente, ma che fosse l’inizio di un percorso nuovo, di una nascita, così come il Presepe racconta. Ecco allora Tommasino farsi interprete a suo modo di una tradizione, eccolo testimone di un rito e di una rievocazione di fatti e accadimenti familiari comici e tragici che hanno segnato la sua vita e quella di quanti alla rappresentazione prendono parte.
Per farlo, per rendere ripetibile il rito, Tommasino si serve di pupazzi, di figure che si rianimano dentro i suoi sogni/incubi, che continuano a riaffacciarsi ogni anno come il Presepe e i suoi pastori. Si lascia sorprendere ancora una volta dalle storie che questi raccontano, vi prende parte, gli fornisce le battute, riaccarezza il sogno di Luca Cupiello di smussare i conflitti attraverso il rituale del Presepe.
Tommasino aspetta il pubblico come fossero i”Re Magi” portatori della buona novella e così anche noi siamo pronti ad riaccoglierlo attorno al focolare del nostro teatro.
(Lello Serao)