La Certosa di San Martino è situata sulla collina del Vomero di Napoli, accanto a Castel Sant’Elmo. Il primo impianto, secondo i canoni architettonici delle certose fu realizzato in stile gotico dagli architetti Tino da Camaino e Attanasio Primario nel 1325. La Certosa è stata, successivamente, oggetto di diversi interventi di ampliamento e di restauro ad opera di altri rinomati architetti, tra cui Cosimo Fanzago, che l’hanno resa uno straordinario monumento d’arte barocca. Dal 1867 è un museo con collezioni storico-artistiche e di arte presepiale di rilievo e con una interessante sezione navale., La Certosa di San Martino è tra i più famosi complessi conventuali dell'Italia meridionale ed è da sempre celebrata per le sue magnifiche opere d'arte. Nel 1325, sull'allora isolata collina del Vomero, Carlo duca di Calabria, primogenito di Roberto d'Angiò, fece erigere il monastero. Il progetto fu affidato a Tino di Camaino e Attanasio Primario, la certosa fu inaugurata nel 1368 sotto il regno della regina Giovanna I ma i certosini avevano preso possesso del monastero già dal 1337. Nella seconda metà del secolo XVI, sotto la spinta della Controriforma e grazie all'iniziativa del Priore Severo Turboli, la Certosa fu rinnovata secondo criteri più moderni e grandiosi. I lavori vennero affidati, dal 1589 al 1609, all'architetto toscano Giovanni Antonio Dosio e poi portati avanti da Giovanni Giacomo di Conforto; decisiva è la presenza, dal 1623 al 1656, di Cosimo Fanzago, che concepì in forme originali la veste decorativa del monastero e della chiesa. Nel corso del Sei e del Settecento il complesso si arricchì di molte opere d'arte tanto che la Chiesa della Certosa costituisce un'eccezionale galleria della pittura e della scultura a Napoli. Sono presenti tutti i più celebri artisti napoletani e forestieri: Battistello Caracciolo, Jusepe de Ribera, Massimo Stanzione, Giovanni Lanfranco, il Cavalier d'Arpino, Francesco Solimena, Giuseppe Sanmartino, Domenico Antonio Vaccaro. I certosini furono espulsi dal monastero nel 1799 in quanto furono accusati di avere appoggiato la Repubblica Partenopea. Nel corso dell'Ottocento, nonostante il ritorno temporaneo dei certosini, il complesso si avviò ad un lento degrado. La rinascita si ebbe quando, nel 1866, dopo la definitiva soppressione degli ordini religiosi, Giuseppe Fiorelli istituì il meraviglioso museo tuttora attivo.
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