Fogli Volanti e Copielle, ovvero la diffusione musicale tra mercati e vicoli

I “fogli volanti” sono rinvenibili in Europa dall’introduzione della stampa, a fine 800 arrivano le “copielle”

I "fogli volanti” sono foglietti ruvidi decorati con piccole incisioni stampati soltanto da un lato contenenti i testi verbali, e in qualche caso anche quelli musicali, di racconti e canzoni. Svolgono un ruolo determinante nella diffusione del repertorio vocale napoletano sin dal primo Ottocento e vengono prodotti da tipografie locali (De Marco, Azzolino) e diffusi soprattutto da cantastorie e “posteggiatori” nei luoghi di incontro. Costituiscono uno strumento comunicativo che rende possibile uno scambio interculturale fra ascoltatori appartenenti a classi sociali diverse su temi politici e di costume (La nocca de tra ccolure e  La moda, e lo Taittà).  
Successivamente, lo sviluppo di una specifica editoria musicale legata all’industria della canzone produce la pubblicazione sia di raccolte destinate alle Piedigrotte con brani per canto e pianoforte, sia la presenza di versioni più agili denominate “copielle”:  un supporto cartaceo stampato su entrambe le facciate con la riproduzione del testo verbale, del solo “rigo di canto” destinato agli appassionati e dilettanti che lo usano per “cominciare a canticchiare le canzoni preferite, per loro stessi o nelle serate passate con gli amici”. La “copiella” inoltre prevede spesso la presenza 
dell’immagine fotografica dell’interprete, del logo dell’editore, poi anche quello della casa discografica e, non di rado, anche la pubblicità di qualche prodotto (Serenata all’Imperatore, Sultanto ‘a sera…).
Mentre il repertorio del “foglio volante” è costituito spesso da canti strofici molto estesi, che riprendono non di rado materiali della tradizione orale (come Lo Guarracino), le “copielle” invece costituiscono una copia low cost di brani d’autore legati alla canzone classica napoletana. 

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