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Mario Musella

(Napoli, 1 aprile 1945 – Marano di Napoli, 6 ottobre 1979)
Era lui il Nero a Metà di cui cantava Pino Daniele, è stato lui il primo vero «soul brother» d’Italia.
Il pellerossa di Piscinola (suo padre era un militare americano) ha voce da «negro bianco», canta con l'anima, soul appunto, ma verace. Nel 1966 dà vita nel 1966 agli Showmen, con lui ci sono James Senese, Luciano Maglioccola, Elio D’Anna e Giuseppe Botta. Il successo arriva due anni dopo, con una moderna versione di «Un’ora sola ti vorrei», che vince il Cantagiro. Poi vengono «Non si può leggere nel cuore», «Gloria, ricchezza e te», «Sto cercando», «Mi sei entrata nel cuore» e due lp, nel ‘69 e nel ‘70, per la Rca.

Credits immagine: Courtesy Federico Vacalebre

Antesignani del r’n’b tricolore, gli Showmen fondano il neapolitan power con «Marzo/Catarì», rock blues struggente sui versi di Salvatore Di Giacomo che alterna il dialetto all’inglese. Nel 1969 partecipano a Sanremo con «Tu sei bella come sei», connubio di melodia e ritmi black. Nella notte della finale pochi fortunati assistono a una session memorabile: al gruppo si uniscono Stevie Wonder, Wilson Pickett e Demetrio Stratos. Intanto, Arbore li lancia a «Speciale per voi» con una brillante cover di «Papa’s got a brand new bag» di James Brown.

Nel ‘70 lo scioglimento, ognuno prende la sua strada: Elio D’Anna lancia gli Osanna, Senese con Del Prete e Botta dopo la breve esperienza degli Showmen 2 apre la strada al jazz rock italico con Napoli Centrale, Musella tenta da solista: «Come pioveva» è il singolo di successo del suo primo lp, ma un’operazione di ulcera nel 1971 e problemi psicologici gli impediscono di concentrarsi sul lavoro. Nel 1976 partecipa al «Disco per l’estate» con «Innamorata mai» e registra con la King Universal di Aurelio Fierro un lp pubblicato solo decine di anni dopo, con il primo assolo alla chitarra di un giovanissimo Pino Daniele. Il 6 ottobre 1979 l’indiano newpolitano nero a metà muore per complicazioni epatiche.